Case Green – Finalmente il testo definitivo
Case Green – Ultimo aggiornamento Marzo 2024
A ottobre 2023 il Trilogo aveva eliminato gli obblighi di riqualificare gli immobili in classe E, F, G, entro 2030 e 2033.
A dicembre 2023, ulteriori accordi informali sempre del Trilogo, rendevano la Direttiva meno stringente.
A marzo 2024 il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la Direttiva Case Green (con il voto contrario compatto di tutta la destra italiana).
Il prossimo aprile il Consiglio darà l’approvazione finale (è una formalità), dopo di che la Direttiva Case Green andrà in Gazzetta Ufficiale e entrerà in vigore.
Da allora, gli Stati membri avranno due anni di tempo per dotarsi di piani nazionali di attuazione.
La situazione del patrimonio edilizio in Italia vede:
➡️ il 74% delle abitazioni in classi energetiche inferiori alla D.
➡️ Il 34% in classe G, la più bassa.
La priorità dell’Unione è avere in ogni Stato membro il 15% degli edifici in classe G.
Il “nostro” 15% della classe G equivale a 1.8 milioni di edifici.
Se contiamo anche la classe F arriviamo a 5 milioni di edifici.
Stiamo parlando di circa il 60% del patrimonio immobiliare italiano.
L’obiettivo dell’Unione Europea è raggiungere le emissioni zero di tutti gli edifici esistenti entro il 2050. Ad oggi sono già stabiliti gli immobili esonerati (li trovi in questo articolo).
❗Due aspetti importanti cambiano lo scenario rispetto alle prime versioni della Direttiva.
- L’emissione zero non riguarda il singolo edificio, ma la media dei consumi di tutti gli edifici del patrimonio edilizio.
- Ogni Stato dell’Unione potrà stabilire un proprio crono-programma a seconda della singola situazione di partenza, fermi restando i target intermedi e finali stabiliti dall’UE.
CASE GREEN. Gli obiettivi intermedi al 2030 e al 2035
L’Unione ha ribadito i seguenti step intermedi.
🟡Per gli edifici residenziali:
➡️ riduzione dei consumi di energia del 16% entro il 2030.
➡️ riduzione dei consumi di energia del 22% entro il 2035.
🟡Per gli edifici non residenziali:
➡️ taglio dei consumi di energia del 16% entro il 2030 (quelli con le peggiori prestazioni).
➡️ taglio dei consumi di energia del 26% entro il 2035.
🟡E poi:
➡️ Nuove costruzioni residenziali a emissioni zero dal 2030.
➡️ Nuove costruzioni NON residenziali a emissioni zero dal 2028.
➡️ Dal 2040 eliminazione delle caldaie alimentate a metano (stop agli incentivi dal 2025).
Direttiva Case Green. Gli interventi che migliorano la classe energetica
Premesso che qualsiasi intervento migliorativo della classe energetica presuppone la conoscenza dello stato di fatto, attraverso la redazione da parte di un tecnico dell’APE, vediamo quali sono gli interventi che favoriscono il salto di due classi energetiche.
🟡 L’intervento principale è il cappotto termico esterno o interno.
🟡 In presenza di muratura a cassa vuota, vale anche la pena di valutare l’insufflaggio, i cui costi sono in media inferiori rispetto alla posa del cappotto termico.
🟡 Facciate ventilate.
🟡 Isolamento termico del tetto, valutando anche un tetto verde.
🟡 Sostituzione della caldaia con una termopompa di calore (o addirittura a una pompa di calore geotermica). Attenzione agli impianti ibridi pompa di calore/caldaia a condensazione a gas, visto che ancora non si sa come l’UE disciplinerà la possibilità di usare i gas verdi.
🟡 Sostituzione degli infissi o, in alcuni casi, anche solo dei vetri (in questo articolo ho parlato di serramenti e “vetri intelligenti”). Attenzione a chi vi propone troppo semplicisticamente un salto di classe con la sola sostituzione degli infissi. In alcuni casi il costo al mq potrebbe addirittura essere più alto del cappotto, e inoltre serramenti ad alte prestazioni su un involucro non coibentato creano condensa e muffe.
Nota bene che l’impianto fotovoltaico, da solo, non migliora le classi energetiche dell’abitazione ma lo fa solo se abbinato ad un impianto di riscaldamento elettrico che riduce il fabbisogno energetico di casa.
Con i nuovi obiettivi proprietari di casa più “sollevati”
Voglio salutarti condividendo con te le mie riflessioni su questa Direttiva.
Rispetto al testo originario, che era una vera e propria spada di Damocle sulla testa di tutti i cittadini proprietari di casa, la situazione è notevolmente migliorata.
Se ben ricordi, infatti, la prima versione della Direttiva case green obbligava i proprietari a intervenire a proprie spese (e in tempi irrealizzabili), per efficientare le abitazioni, con un salto di almeno due classi energetiche. QUI l’articolo che elenca gli immobili esonerati e QUI gli accordi raggiunti.
Ora il paradigma è cambiato.
Non sono più i cittadini, ma gli Stati, ad avere l’obbligo di diminuire i consumi energetici degli edifici.
Non solo. L’aspetto più importante è che questi consumi energetici non riguardano più i singoli edifici ma la media del parco immobiliare complessivo della nazione.
Con il vincolo che il 55% della riduzione sia ottenuto ristrutturando gli edifici altamente energivori (E, F, G).
Ecco perché il Governo dovrà prendersi la responsabilità di scelte ragionate nello spendere i soldi pubblici. Non solo, con ogni probabilità, reinserendo nuovamente gli ecobonus per stimolare l’intervento privato ma, soprattutto, puntando a ristrutturare l’enorme parco edilizio pubblico.
E infatti, la paura principale di chi ha storto il naso davanti al testo definitivo della Direttiva, è quella che tutto questo “spazio di manovra” potrebbe portare a svicolare dalla sua applicazione.
Io credo che gli obiettivi di efficientamento energetico degli edifici, auspicabili e percorribili nel lungo periodo, non fossero comunque realizzabili così com’erano stati pensati. Quindi ben venga questo testo.
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