Case Green. Cosa dice la Direttiva dell’Unione Europea a ottobre 2023
Ultimo aggiornamento Ottobre 2023
ll 14 marzo 2023 il Parlamento europeo ha approvato il testo sulla Direttiva EPBD, anche detta “case green”.
Il testo fa parte del progetto “Fit For 55”, con cui l’Unione Europea vuole ridurre le emissioni di CO2 degli edifici attraverso la riqualificazione del patrimonio immobiliare europeo.
Un pacchetto di norme che è scaturito da due dati:
- Gli edifici rappresentano il 40% del consumo energetico totale nei 27 Paesi dell’Unione Europea.
- Gli edifici rappresentano il 36% dell’emissione di gas nocivi.
I riferimenti di partenza sono i livelli del 1990.
Case Green. Le novità dopo l’ultima riunione del trilogo del 12 ottobre 2023
L’incontro del 12 ottobre è andato avanti a oltranza. Questo la dice lunga su quanto ancora ci sia da discutere per trovare un accordo su un tema così delicato, che va a incidere direttamente sulle tasche dei cittadini.
Questo vero e proprio “round” di negoziati ufficiali, il cui obiettivo è la redazione del testo definitivo della Direttiva e che deve mettere d’accordo posizioni differenti, ha definito alcuni punti.
Dopo ben 12 ore di riunione ha prevalso una linea più morbida rispetto al testo di marzo.
La novità più importante della riunione è che è stata eliminata la norma che prevedeva gli obblighi entro determinate scadenze.
Questo approccio più flessibile stabilisce che ogni singolo Stato potrà partire dalla propria situazione di fatto.
Gli Stati potranno elaborare piani e programmi per efficientare gli edifici, secondo il personale buonsenso e i propri tempi realistici.
Un indirizzo generale agli Stati di ottenere entro il 2050 determinati obiettivi di risparmio energetico degli edifici.
Altri passaggi hanno riguardato.
- Un rinvio dell’ottenimento dell’accordo finale.
- La rimozione dell’armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello europeo.
- La rivalutazione dell’iniziale obbligo previsto di installare i pannelli solari sugli edifici pubblici e non residenziali.
- La cancellazione degli obblighi di installazione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche nei parcheggi degli edifici residenziali esistenti.
L’eliminazione dell’obbligo di riqualificare entro 2030 e 2033 è il nuovo punto di partenza da cui Parlamento, Consiglio e Commissione Europea partiranno.
A dicembre 2023 ci sarà una nuova riunione del trilogo con l’obiettivo di definire un testo definitivo.
Un bel respiro di sollievo per tutti. Il patrimonio edilizio italiano è troppo vetusto e l’eliminazione di questi obblighi temporali era assolutamente necessaria.
Vorrei però condividere con te una riflessione.
La sensibilità comune verso le tematiche del risparmio energetico si sta diffondendo sempre più.
Le famiglie hanno capito che investire denaro per abbassare i costi energetici conviene.
Da un punto di vista prettamente immobiliare, la valutazione economica di un immobile attribuisce alla sua classe energetica un valore molto importante.
È ovvio che un edificio con un’APE di fascia bassa ha un valore di mercato che, già oggi, è ridotto rispetto soltanto a pochi anni fa.
L’efficienza energetica di un immobile incide in maniera sostanziale sul prezzo che si può realizzare mettendolo in vendita. Questo deve essere chiaro.
Il patrimonio edilizio italiano
La priorità per ogni Stato membro è ridurre al 15% gli edifici in classe G.
In Italia, meno dell’8% delle abitazioni è stato costruito negli ultimi vent’anni.
Il 74% delle abitazioni apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D.
Il “nostro” 15% della classe G equivale a 1.8 milioni di edifici.
È chiaro che è un numero concretamente poco realizzabile nei tempi indicati dall’Unione. Evidentemente, la nostra storia e le nostre peculiarità architettoniche non sono molto tenute in conto.
Case Green. Sono previste sanzioni?
Ricordo comunque che l’approvazione della direttiva EPBD non significa la sua entrata in vigore.
Inoltre, al contrario di quanto detto all’inizio con toni allarmisti, la Direttiva non prevede l’impossibilità di vendere o locare gli immobili che non abbiano il “Bollino verde UE”.
Saranno eventualmente i singoli Stati a prevedere sanzioni.
Case green. L’iter della Direttiva
Il 6 giugno 2023 si è tenuto a Bruxelles il primo Trilogo in cui i rappresentanti di Parlamento e Consiglio UE hanno discusso, grazie alla mediazione della Commissione Europea, per giungere ad un testo condiviso in modo da delineare in modo chiaro le prossime tempistiche di decarbonizzazione del settore delle costruzioni.
La discussione ha riguardato rapidamente solo i 2 articoli più discussi:
- articolo 9 in base a cui gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe E nel 2030 e la classe D nel 2033,
- articolo 16 che rivede tutto il sistema di classificazione dei Paesi membri, fissando per il 15% degli edifici più energivori la classe E.
L’attenzione si è concentrata, invece, sui seguenti punti (articoli dal 20 al 24):
- ispezioni periodiche degli impianti di riscaldamento, ventilazione e condizionamento;
- rapporti di ispezione;
- esperti indipendenti (lavoratori autonomi, ma anche dipendenti di società) che effettuano queste verifiche;
- sistemi di certificazione dei professionisti dell’edilizia.
E, infine, sull’allegato VI in merito ai sistemi di controllo indipendenti per gli attestati di prestazione energetica.
Il 31 agosto si è tenuto il secondo Trilogo.
Le discussioni non hanno affrontato ancora i punti più delicati, come il calendario per il miglioramento delle classi energetiche degli immobili o la revisione del sistema degli attestati di prestazione energetica.
Hanno rinviato a quello del 12 ottobre che però, come visto sopra, non ha definito molto.
Ogni Stato membro dell’Unione deve anche inviare i Piani nazionali integrati per l’energia e il clima (PNIEC).
Sono programmi che indicano le strategie per il conseguimento dell’obiettivo. Quello dell’Italia del 2023 è in fase di approvazione.
Per conoscere l’elenco degli già esonerati dalla Direttiva, ti consiglio la lettura di un altro articolo che trovi in questo BLOG. Sempre in questo articolo trovi un po’ di numeri sullo stato di vetustà del patrimonio edilizio italiano.
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Ci vediamo al prossimo articolo!
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