Riforma del catasto. Salvo ripensamenti si parte nel 2024
Se tutto va come deve andare, nel 2024 arriva la tanto attesa riforma del catasto.
Parto subito riportando gli obiettivi della riforma.
- Contrastare l’evasione fiscale.
- Efficientare il sistema delle imposte.
- Eliminare i micro-tributi.
- Favorire la crescita economica del Paese.
La legge delega prevede che il Governo si muova in due direzioni:
- Aggiornando e migliorando il sistema di rilevazione catastale;
- Integrando altre informazioni sugli immobili nel sistema catastale.
Il sistema di rilevazione catastale
Oggi gli immobili non sono accatastati con il loro valore aggiornato.
La riforma ha l’obiettivo preciso di individuare, introducendo anche nuovi strumenti, il corretto valore di ogni edificio e il suo giusto classamento catastale.
Questi nuovi strumenti, che Comuni e Agenzia delle Entrate dovranno usare, permetteranno di individuare, per esempio:
– terreni edificabili accatastati come agricoli;
– immobili abusivi;
– immobili censiti con destinazioni d’uso che non corrispondono più alla realtà dei fatti.
Verranno introdotti anche metodi e strumenti dedicati ad uno scambio costante di informazioni tra l’Agenzia delle Entrate ed i singoli Comuni.
Cosa significa integrazione di informazioni nel sistema catastale
Uno dei compiti che spettano direttamente al Governo è quello di integrare le informazioni nel catasto distribuite sull’intero territorio nazionale.
In particolare, oltre alla rendita catastale, a ciascun immobile verrà attribuito un valore patrimoniale in base ai reali valori di mercato.
Non solo, valore patrimoniale e rendita dovranno essere adeguati periodicamente alla situazione del mercato immobiliare.
Riforma del catasto. Quali benefici e quali svantaggi
Certo, nel ventunesimo secolo in una società che corre verso la digitalizzazione e il futuro, la riforma catastale andava fatta visto che l’ultima volta che vi è stata messa mano erano gli anni Ottanta.
Oggi, l’attuale sistema dei moltiplicatori delle tariffe di estimo non consente di individuare il valore effettivo del bene.
Benefici
La riforma del catasto porterà una mappatura completa e trasparente dei fabbricati.
Finalmente, tutti quei fabbricati abusivi che non esistono per il catasto, verranno a galla e si potranno combattere più efficacemente frodi ed evasione fiscale, da sempre una piaga italiana.
Migliaia di immobili che non esistendo per il catasto sono hanno mai pagato le tasse, né sull’immobile, né sul suo uso (es. la TARI).
Non solo, la mappatura potrà scovare anche tutti quei casi in cui gli immobili sono stati accatastati con una volumetria minore, proprio per eludere la corretta tassazione.
Lo Stato potrà incassare quello che gli spetta e i cittadini onesti che hanno sempre pagato le tasse si sentiranno finalmente più rappresentati.
Per valutare gli immobili in maniera corrispondente alla realtà, si utilizzeranno nuovi indicatori come la posizione geografica, le dimensioni, la manutenzione e altre caratteristiche specifiche.
Una delle caratteristiche specifiche sarà sicuramente l’interesse storico o artistico dell’immobile.
Per questo tipo di edifici saranno previste adeguate riduzioni del valore patrimoniale, che tengono conto dei più gravosi oneri di manutenzione e dei complessi vincoli legislativi a cui sono sottoposti.
Svantaggi
Adeguare il valore catastale al reale valore dell’immobile ha anche un rovescio della medaglia.
Una medaglia che, a mio avviso, va letta in assoluto in maniera positiva, facendosi portatrice di un importante valore di onestà e senso civico.
Gli svantaggi, se così vogliamo chiamarli, saranno ovviamente legati ai maggiori esborsi che noi tutti cittadini dovremo affrontare in termini di IMU, imposte catastali e di registro e ISEE.
Si teme che gli aumenti saranno pesanti e molto differenti a seconda dei Comuni. Ad influenzarli dovrebbe essere anche l’andamento del mercato immobiliare.
Gli esperti parlano di cifre alte. Per l’IMU, circa 1.150 euro, passando dagli attuali 896 a 2.046 euro.
Ai fini ISEE poi, il valore di una prima casa aumenterà mediamente di 75mila euro, con il valore che passerà da 23.576 a 98.733, con un incremento percentuale che sfiora così il 319%.
Non ci resta che aspettare per vedere come verrà impostato e portato avanti questo corposo lavoro di ammodernamento e aggiornamento, veramente indispensabile per una corretta redistribuzione degli oneri fiscali.
Ovviamente non è escluso che potrebbero esserci dei condoni per gli abusi.
Ci vediamo al prossimo articolo!
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